Grande musica all’Hana-Bi

Per una sera, all’Hana-Bi, sono tornati i favolosi anni ’60. Non quelli che pubblicizzava Red Ronnie in tv, ma quelli “autentici”. Quelli in cui la musica era davvero specchio della società e la scena psichedelica stava per esplodere in tutta la sua “allucinante” portata. Tra gli esponenti migliori - e più conosciuti - naturalmente i Pink Floyd, dai quali devono essere stati letteralmente folgorati Marco Fasolo e Alessio Gastaldello, tanto da prendere spunto dal primo album del leggendario gruppo inglese per battezzare la loro “creatura” musicale.
E martedì sera, al bagno di Marina di Ravenna, i Jennifer Gentle hanno dimostrato di non aver preso solo il nome dai “Floyd”. Le influenze alla base del pop psichedelico del gruppo padovano, infatti, sono tante, ma è difficile non pensare a Syd Barrett già subito dopo l’attacco del primo pezzo in scaletta, Universal Daughter. Il duo (all’Hana-Bi in formazione a cinque), comunque, “rimescola” tutto in una miscela originale, assolutamente nuova, senza cadere quasi mai nel clichè, con un live potente e vario allo stesso tempo. E così non può sorprendere che le sonorità sghembe ed urticanti (tanto che a fine concerto sono in molti a doversi “massaggiare” le orecchie) del gruppo abbiano fatto innamorare gli americani (cresciuti a “pane” e psichedelia con Love, Doors e 13th Floor Elevators), tanto da vedersi mettere sotto contratto dalla storica Sub Pop, etichetta di Seattle divenuta famosa per aver lanciato i Nirvana e con un catalogo tra i più interessanti nel panorama indie internazionale.“Abbiamo mandato in giro i nostri primi cd autoprodotti - spiega a fine concerto il cantante Marco Fasolo -, attirando l’attenzione di un’etichetta australiana che li ha poi distribuiti in America. Dopo pochi mesi è arrivata la chiamata della Sub Pop”.Un’etichetta che ha naturalmente agevolato anche il tour negli States di qualche settimana fa.“Abbiamo fatto 40 concerti in 45 giorni - continua Fasolo -, è stato incredibile e, difficile a credersi, il pubblico partecipe e numeroso”. E la platea di Marina, invece? “Siamo molto soddisfatti. C’era tanta gente e suonare sulla spiaggia è davvero una bella sensazione. L’avevamo fatto solo a San Diego. Complimenti allo staff dell’Hana-Bi perchè sta facendo cose molto interessanti”.Si è chiuso, quindi, con un ottimo concerto (da segnalare una versione di Liquid Coffee con coda strumentale da urlo) il cartellone di maggio dell’Hana-Bi nel corso del quale si sono alternati sul palco artisti internazionali del calibro dell’australiano Hugo Race (con i Sepiatone), del canadese King Khan, dell’americana Holly Williams e dei giapponesi Mono, senza dimenticare la bella sorpresa dei “nostrani” Amycanbe. Ma il meglio, come si dice in questi casi, deve ancora arrivare, con Jason Molina, Supersystem, Liars e Patrick Wolf (tra gli altri) che scalpitano per venire a suonare a pochi passi dal mare.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"