Prosegue l’ indagine per la morte di Elga Leoni

Si aggiunge un nome nella lista degli indagati per la morte di Elga Leoni, la giovane sub che perse la vita, in seguito ad un tragico infortunio sul lavoro il 19 giugno del 2002. L’elenco sale così da quattro a cinque persone. Oltre al padre della ragazza, Luigi Leoni (amministratore delegato della Marine Consulting srl, azienda specializzata in lavori subacquei e marittimi con sede a Mezzano), e a Walter Leoni (armatore della motonave Palinuro II), Enrico Cingolani (responsabile delle commesse per conto di Eni) e Alessandro Bosco (responsabile del servizio protezione e prevenzione della Marine consulting), si aggiunge anche Libero Pirelli, che all’epoca dei fatti ricopriva, da appena una ventina di giorni, il ruolo di presidente della Adrimar srl. Ruolo che - dalle prime visure camerali effettuate nell’immediatezza della sciagura - risultava ancora ricoperto da Walter Leoni. Nell’ottobre scorso si è conclusa, dopo circa un anno e mezzo, l’inchiesta ereditata e portata a termine dal pm Stefano Stargiotti. Un lavoro lungo e laborioso che ha richiesto un’accurata ricostruzione dei rapporti esistenti tra le diverse società coinvolte. Un caso singolare, vista anche la particolare attività svolta dai sub: manutenzione dei piloni delle piattaforme.Il magistrato, con i collaboratori della polizia giudiziaria, ha valutato la posizione dei vari indagati.

Nei loro confronti, in base alla ricostruzione dell’incidente e visti i ruoli ricoperti all’interno di diverse società, la Procura ritiene di aver raccolto fonti di prova tali da poter sostenere adeguatamente l’accusa. Per loro sono pronte le richieste di rinvio a giudizio. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Era il 19 giugno del 2002, la nave Palinuro II era attraccata alla Piattaforma metanifera “Agostino B” dell’Agip (gruppo Eni), al largo di Marina di Ravenna, per l’attività di controllo e manutenzione dei piloni. Quel giorno i sub avevano effettuato immersioni per tutta la mattina. Poi nel pomeriggio, il “turno” di Elga Leoni e il tragico incidente. La ragazza, che doveva effettuare delle fotografie, urtò violentemente contro la chiglia della motonave dopo essere stata “risucchiata” dal “cordone ombelicale” avvolto attorno all’elica sinistra che era in movimento. Due le cause principali del tragico incidente: la retromarcia inserita che azionava l’elica e il recupero, effettuato proprio durante le operazioni di immersione della sub (che devono avvenire coi motori in folle), del Rov Tiger (il robot subacqueo utilizzato per filmare i lavori). Recupero effettuato azionando un braccio meccanico che utilizzava la stessa forza motrice della nave appoggio. Dall’insieme di queste due circostanze l’esito letale per la giovane donna. Più che una “tragedia imprevedibile”, è emerso che a causarne la morte siano state, quantomeno, una “serie di negligenze”. Inoltre l’inchiesta e i periti incaricati di effettuare tutti gli accertamenti del caso - gli ingegneri Mauro Marchini e Giorgio Chimenti, coadiuvati da Ivo Burbassi - hanno messo in evidenza le gravi carenze in termini di sicurezza sulla Palinuro.

Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"