Fabbrica Vecchia e Marchesato, il Comune intervenga a Marina di Ravenna

A luglio 2017 il sindaco di Ravenna spiegò che il recupero degli edifici Fabbrica Vecchia e Marchesato a Marina di Ravenna, spettante all’Autorità portuale in base ad un accordo sottoscritto tra i due enti molti anni prima ma rimasto lettera morta, era un obiettivo del suo mandato che scade nel giugno 2021. Nei primi mesi del 2019 il Comune di Ravenna ha deliberato la spesa di 50mila euro per la redazione dell’atto di trasferimento della proprietà di questi edifici storici all’Autorità Portuale. Si attende che il Comune solleciti Ap a procedere, presso un notaio, al trasferimento della proprietà, in modo da consentirle di avviare il recupero del complesso con l’urgenza imposta dalle sue condizioni di dissesto. Chiedo al sindaco se intende attivarsi a tal fine con impegno, onde recuperare il tempo perduto» Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione con Lista per Ravenna, presenta un’interrogazione al primo cittadino sugli edifici storici a ridosso del canale Candiano.

Il Comune di Ravenna ha acquistato da un po’ d’anni la parte che gli mancava dell’intero complesso Fabbrica Vecchia e Marchesato, edifici storici situati sulla sponda destra del canale Candiano, presso l’imboccatura della pialassa Piomboni. Costruiti tra il 1762 e il 1781, il primo come Casone della Sanità, il secondo come magazzino e rivendita di prodotti alimentari di prima necessità, essi testimoniano il più antico insediamento dell’attuale moderno porto di Ravenna ed insieme la propria originaria destinazione “di pubblica utilità a servizio del Porto” volta a “favorire e promuovere la conoscenza, la diffusione e lo sviluppo della cultura d’acqua e marinara”. Oggi sono però a pezzi, recintati perché a rischio di crollare, circondati da pantano e degrado.

A gennaio 2017, rivolgendo un’interrogazione al sindaco, Ancisi riportava parte dell’appello lanciato da Giancarlo Bazzoni, presidente del Comitato sorto a Marina di Ravenna nel 1979 per tutelare questo complesso monumentale: «Il disinteresse e l’abbandono dell’Amministrazione comunale e l’indifferenza ai tanti allarmi e sollecitazioni per il rischio di crollo del tetto, caduti nel vuoto, hanno portato al temuto cedimento… l’Amministrazione comunale ponga freno e rimedio a un danno in rapido sviluppo, poiché l’infiltrazione della pioggia comprometterà ben presto anche i solai sottostanti». A maggio dello stesso anno, il Comitato, scrivendo a Soprintendenza, Comune ed Autorità portuale, aveva poi denunciato come l’edificio fosse diventato «luogo di bivacco e grave pericolo per l’incolumità dei giovani che lo frequentano».
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