Canoni demaniali, altro rinvio

Questa volta al 28 febbraio, la decisione ultima sulla questione.In questo clima, che continua ad essere di totale incertezza, c'è chi ha già cominciato a fare i conti e a predisporre la documentazione necessaria a determinare l’importo della tariffa che potrà risultare se verrà applicata, come “extrema ratio”, la disciplina regionale, adottata per ammortizzare l’impatto dell’aumento dei canoni - previsto dallo Stato nella misura del 300 per cento - che colpirà, in maniera differenziata, le aree coperte da strutture fisse e quelle utilizzate per l’ombreggio. In quest’ultimo caso, verrà preso in considerazione il periodo di effettivo utilizzo.“Stiamo cercando di fare un lavoro omogeneo - spiega Mauro Sansavini, presidente regionale Fiba-Confesercenti -, ma già dai primi risultati emerge che per molti stabilimenti sarà necessario ridurre l’attività extraombrellonistica se non vorranno incorrere in tariffe molto alte”. Un mese in più di attività - ad esempio se si aprono gli ombrelloni per il periodo di Pasqua e si prosegue oltre la metà di settembre -, infatti, potrebbe costare ben 2mila euro in più. Cifra calcolata non sulle concessioni più grandi, come alcune di Marina di Ravenna e Porto Corsini, ma su quelle medie, di 4-5mila metri quadrati, che includono la stragrande maggioranza degli stabilimenti balneari del litorale ravennate. “E, all’incirca, si tratta di un aumento del 100-150 per cento - afferma Sansavini -, non certo del 300 come previsto dallo Stato”.Nel frattempo, naviga a vista anche la sede decentrata di Ravenna del Progetto speciale demanio, che dovrà occuparsi della riscossione dei canoni e del rinnovo delle concessioni. “C’è un’assoluta mancanza di chiarezza - fa sapere Luciano Giuffrida, responsabile dell’unità organizzativa -. Dovremmo attuare le procedure per la delibera regionale, ma stiamo aspettando anche notizie da Roma. E’ un problema che si deve risolvere in fretta”.“La politica dei rinvii - afferma Guido Pasi, assessore regionale al Turismo - è una presa in giro che dura ormai da più di un anno. Cosa succederà dopo il 28 febbraio? Vorrei saperlo anch’io. Nessuno è stato convocato, nessuno sa niente. Da parte nostra prosegue il lavoro con le associazioni di categoria e ci teniamo pronti per rendere operativa la nostra alternativa”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"