Velisti per Caso a Marinara

«Marinara è la casa di Adriatica — dice Roversi — e lungo questa costa sorgono cantieri, nascono velisti, c'è un ambiente stupendo. Di qui l'idea di partecipare al 'Giro d'Italia a vela' con Cino Ricci, battezzando una delle barche monotipo col nome di Adriatica II Costa Emilia Romagna». L'imbarcazione prenderà il via insieme al altre sedici sorelle il 27 giugno da Trieste per apptrodare dopo un mese a Piombino; durante le varie tappe, l'imbarcazione e lo staff che la accompagneranno faranno conoscere in giro per la Penisola le bellezze del Parco naturale del Delta, le qualità della costa emiliano romagnola, l'offerta del turismo nautico. Un camper seguirà da terra l'imbarcazione e distribuirà materiale informativo. Lo stesso Roversi sarà presente in alcuni scali toccati dalla regata. «Un sistema di scali turistici coordinati tra loro crea le condizioni per attrarre utenti. Ciascuno scalo è in grado di offrire la specificità del proprio territorio. In particolare, motivo di attrazione sono i siti e le occasioni culturali e ricreative collegati con il mare e l'ambiente naturale» commenta Walter Verlicchi, direttore del settore turistico della Regione. Lo sponsor sarà proprio il porto di Marinara «un po' il simbolo di quell'offerta turistica moderna che è in grado di produrre oggi Marina di Ravenna» commenta l'assessore comunale al turismo Elio Gasperoni.
Adriatica II Emilia Romagna sosterà anche il progetto Extasy, finanziato dalla Regione per prevenire l'uso di droghe e realizzato in collaborazione con discoteche e stabilimenti balneari.
L'idea di Patrizio Roversi ha già prodotto un primo risultato. Per la selezione dell'equipaggio, attraverso il sito della trasmissione Rai Velisti per caso si sono candidati in ottocento. Per ora una corposa scrematura effettuata da Cino Ricci ha ridotto i candidati a quaranta. Infine una curiosità. A Patrizio Roversi piace la formula balneare di Marina di Ravenna e lancia l'idea di un bagno intitolato Mondial global, dove ricostruire artificialmente il luoghi toccati da 'Adriatica' durante il suo giro del mondo. «In fondo — spiega Roversi — non c'è molta differenza tra il saluto di benvenuto pronunciato in lingua maori e quello detto in dialetto romagnolo»
Da un articolo pubblicato in "Il Resto del Carlino"