Un Progettone per difendere la costa

Durante il vertice di ieri pomeriggio nella sede della Confesercenti, è emersa l’esigenza di intervenire su due livelli. Nel breve e nel medio periodo, per tutelare un territorio, quello ravennate, dagli equilibri delicati. Ovvero un’area dove, come ha ribadito il Responsabile del Servizio Tecnico di bacino della Regione, Claudio Miccoli, “il venti per cento del territorio è sotto il livello del mare con punte di un paio di metri”. E dove, come sottolineato dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Ravenna, Gabrio Maraldi, “esistono, nonostante gli interventi finora effettuati abbiano contribuito a diminuire il numero e l’estensione delle zone a rischio, tre punti critici come Punta Marina sud, Lido di Dante e Lido di Savio”.Due quindi gli ambiti di operatività ritenuti necessari. Interventi tampone per l’emergenza e progetti più lungimiranti per la prevenzione. “Servirebbero opere strutturali - ribadisce Maraldi - ma ci sono situazioni in cui non è più possibile aspettare. Occorre intervenire in tempi rapidissimi, per la tutela dell’arenile e degli stessi abitati, anche perché la stagione estiva 2006, e gli operatori lo sanno meglio di me, è praticamente alle porte. Dobbiamo mettere in campo un secondo ‘Progettone’ (dal nome dell’intervento del 2001, ndr), criticato quanto si vuole, ma necessario. Il prima possibile. Magari a partire dalla primavera del 2007”.Gli apporti di sedimenti della rete idrica sono sempre meno consistenti. Mentre, come fa notare Mauro Sansavini, presidente regionale della Fiba Confesercenti, “le mareggiate sono sempre più frequenti e violente”.L’intenzione è quella di lavorare per ripristinare l’arenile eroso. Riportare la sabbia asportata dal mare. “Finora gli apporti di materiale proveniente dalle cave ci hanno permesso di limitare i danni consentendoci, qualche volta, mica sempre, di affrontare la stagione estiva”.Una politica figlia dell’emergenza destinata a mutare. Per diversi motivi, elencati da Miccoli. Uno. “Così facendo si aggredisce comunque il territorio”. Due. “I costi sono elevati”. Tre. “La qualità dei materiali non è sempre ottimale”. Tradotto: la sabbia grigia non è proprio l’ideale da mettere in cartolina.Da quì, il ritorno al famoso “Progettone”, ovvero il prelievo a mare, tramite draghe, di quantitativi di sabbia maggiori, a prezzi contenuti, ecologicamente compatibili in quanto parte dello stesso ambiente. La fase di concertazione tra i vari enti è avviata. Le idee e i progetti condivisi, almeno nelle intenzioni. Rimane un particolare non trascurabile. I finanziamenti, senza i quali le migliori intenzioni non possono nulla.Le risorse disponibili sono poche e bisogna fare di necessità virtù. Ossia, utilizzare gli euro legati ad eventi straordinari (danni per mareggiate) per coprire interventi di manutenzione ordinaria e predisporre al contempo azioni strategiche. In pratica curare per prevenire anziché il contrario, ma meglio di niente.Attraverso la Protezione civile, la Regione dovrebbe ottenere finanziamenti. “Al momento - spiega Vinicio Ruggeri, responsabile del Servizio Pianificazione di Bacino e della Costa - il bilancio regionale dispone di due milioni di euro. Pochi, considerando i centotrenta chilometri di costa e che la cifra è una stima, dal momento che sono in corso attività istruttorie da parte dei vari uffici e il documento non è ancora passato in Giunta. Con questi numeri facciamo fatica a dare risposte significative. Dovremo decidere come muoverci e completare gli interventi d’urgenza entro l’estate. Per farlo dovremo utilizzare ogni risorsa. Economica e non, ordinaria e straordinaria, come l’offerta di materiale da parte dell’Autorità Portuale per gli scavi del porto. L’ipotesi è quella di ripetere l’esperienza del ‘Progettone’. Salvo casi specifici. Non esiste, infatti, una soluzione unica per tutti i problemi”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"