Traffico di anabolizzanti, indagata ragazza di Marina

L’indagine condotta dai carabinieri dei Nas - che ha portato all’emissione di quindici ordinanze di custodia cautelare da parte del gip di Forlì, Michele Leoni su richiesta dal pm Filippo Santangelo - ha permesso di stroncare un vasto traffico di sostanze dopanti che aveva come base operativa un negozio di integratori alimentari di Cesena.Gli inquirenti stimano che l’organizzazione - ramificata sul territorio - fatturasse oltre due milioni di euro in nero all’anno.Una volta reperiti clandestinamente i principi attivi ad effetto anabolizzante (ma gli investigatori hanno appurato anche la commercializzazione illecita dell’efedrina, rientrante tra i cosiddetti precursori, sostanze impiegate per la produzione di stupefacenti), i prodotti - acquistati da Olanda, Inghilterra, Australia e Stati Uniti - venivano poi distribuiti su tutto il territorio nazionale grazie ad una fitta rete di intermediari, applicando un ricarico tra il 50 e il 150 per cento.Dopo un anno di indagini serrate, il filone dell’inchiesta “Titano 2” - gemella della prima condotta a Parma e che lo scorso 18 novembre portò all’emissione di dodici ordinanze di custodia cautelare -, ha permesso di risalire ad una cinquantina di indagati; tra questi figura anche una 35enne di Marina di Ravenna, M. S., senza precedenti, che avrebbe fatto da tramite per la cessione degli anabolizzanti ad altri atleti amatoriali.La ragazza, che gravita attorno all’ambiente delle palestre, è stata raggiunta da un avviso di garanzia; la sua posizione e il ruolo rivestito nell’organizzazione saranno chiariti nei prossimi giorni. Nel corso dell’operazione i militari impiegati hanno perquisito il suo appartamento.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"