Scadenza dei canoni demaniali

Gli enti e le categorie interessate continuano a tenere alta la guardia, soprattutto dopo il “dietrofront” del governo che alcuni giorni fa - nel giro di poche ore - ha vanificato le speranze dei “bagnini”. Adesso l’attenzione è concentrata sulla decisione presa durante la seduta del Consiglio dei ministri di martedì scorso. “Il sottosegretario Letta - si legge in una nota di Palazzo Chigi - ha svolto una breve relazione sulla questione dell’aumento dei canoni demaniali. Il Consiglio ha deciso che verrà istituito un tavolo tecnico per la soluzione del problema”. I diretti interessati, a cominciare dall’assessore regionale al Turismo Guido Pasi, attendono di avere ulteriori elementi prima di valutare positivamente la notizia. Il “segnale” viene comunque raccolto da Mauro Sansavini, presidente regionale della Fiba-Confesercenti: “La nascita del tavolo tecnico è legata alle pressioni che il nostro presidente nazionale, Renato Papagni, ha fatto su un autorevole membro del governo. Rimane da capire se la novità porta con sè anche lo slittamento degli aumenti. Questa certezza ancora non l’abbiamo: ma guardando a ciò che si sta muovendo sono abbastanza fiducioso”. Sansavini rileva poi il significato della battaglia che gli imprenditori stanno conducendo: “L’opinione pubblica deve capire che noi non intendiamo sottrarci al pagamento. Anzi, intendiamo garantire al governo gli introiti - 140 milioni di euro - che sono stati previsti. Ma la contribuzione deve avvenire in modo equo”. L’onorevole Ds Aldo Preda ritorna sulla questione di fondo, legata ai maxiaumenti. “La richiesta, così come è emersa in Finanziaria è inaccettabile, perché pone a carico degli operatori un gravame non indifferente”. “Trovo francamente difficile - afferma il senatore di Alleanza popolare-Udeur Mauro Fabris, che l’Esecutivo rinunci - mentre sta per varare una manovra correttiva - ad incassare nuove risorse. Anche perché va ricordato che gli aumenti sono inseriti nella Finanziaria: a quelle entrate corrispondono spese già definite”. Secondo il capogruppo del “Campanile”, il tavolo tecnico è un modo per prendere tempo. Ma si attendono le prossime mosse: “Certo il tempo stringe. Ma d’altra parte il decreto per posticipare gli aumenti può essere fatto anche in tempi brevi”. Gli operatori confidano, ancora una volta, nella “spinta” della Regione e guardano a Roma. Conti alla mano: chi oggi paga 5 mila euro - per una concessione media - arriverebbe a sborsarne circa 17mila.