Salvataggio a Marina di Ravenna

A parlare, pochi minuti dopo un salvataggio quasi miracoloso è il bagnino dello stabilimento Dolce Lucia di Marina Ravenna, impegnato ieri, insieme a diversi suoi colleghi, in una giornata di lavoro davvero intensa a causa di un mare che purtroppo aveva tutte le peggiori condizioni per quanto riguarda la sicurezza.“Con questo vento il mare era agitatissimo, ma non solo - racconta Federico Villa, il bagnino autore del salvataggio - la corrente ti trascina fuori e non ti permette di rientrare a riva, anche se sei un buon nuotatore oggi (ieri per chi legge n.d.r.) fare un bagno è davvero rischioso”. Ne sa qualcosa il gruppo di tre ragazze che verso le 10,40 di ieri mattina stava nuotando di fronte al bagno Dolce Lucia, tre ventenni straniere che all’improvviso si sono trovate in difficoltà. Forse spinte dalle onde suggestive alzate dal vento hanno deciso di buttarsi in acqua, ma dopo un po’ sono state come risucchiate dalla corrente.“Sono stato chiamato da una donna che mi ha urlato qualcosa - racconta il bagnino - Non potevo però entrare in mare con il moscone perché le onde erano troppo alte, allora me la sono fatta a nuoto. Grazie all’aiuto del bagnino dello Zanzibar, Dario Zuccarino, che ha capito la gravità della situazione siamo riusciti a trarre in salvo le due persone che erano in difficoltà”. Poco prima dell’intervento di Marina di Ravenna, verso le 10,20, un’altra persona era stata tratta in salvo a Lido di Savio, vicino al Bagno Patrizia, ma anche in questo caso le condizioni del ferito, vittima di una sindrome da sommersione, erano preoccupanti. Trasferito in elicottero a Ravenna è tuttora in osservazione.Altri episodi si sono verificati anche nel pomeriggio. Sempre a Marina nella zona del bagno Dolce Lucia alcuni bagnanti che non riuscivano a tornare a riva, spinti dalla forte corrente, sono stati aiutati da un gruppo di surfisti ravennati. Cinque o sei persone sono riuscite a tornare a terra aggrappandosi alle tavole degli appassionati di surf, che si sono rivelati davvero provvidenziali.
Articolo pubblicato nel "Correire Romagna"