Poliziotti eroi in mare

Domenica pomeriggio, tre poliziotti della Squadra nautica - l’assistente capo Carlo Casadei e gli agenti scelti Raffaele Arpaia e Antonio Scaodalupi - stavano rientrando a bordo di una barca a vela da un’immersione sul relitto della piattaforma metanifera Paguro, al largo di Cervia. Improvvisamente si è alzata la Bora che ha spazzato l’Adriatico con raffiche fino a 70 km/h, provocando onde superiori ai tre metri, mentre nella zona - all’interno e all’esterno delle dighe foranee - si stava svolgendo una regata zonale delle classi Laser, Dinghy e 4.20. Molte delle imbarcazioni in acqua, inadatte ad una navigazione con venti superiori ai 20 nodi, si sono rovesciate e i componenti degli equipaggi (una quarantina circa quelli partecipanti, ndr) si trovavano alla deriva in mare. Dopo aver contattato la capitaneria di porto fornendo aggiornamenti sull’aggravarsi delle condizioni meteomarine ed essersi resi disponibili ad affiancare i soccorsi sul natante d’altura Kormons Ps 1063, i tre agenti - toccata terra - riprendevano il mare incrociando la prima imbarcazione da diporto in difficoltà. Col motore in panne e senza ancora, la barca era in balia delle onde.
Arpaia, salito sul mezzo, riusciva a recuperarla e a riaccendere il motore permettendo al proprietario della barca di raggiungere gli ormeggi. Una volta portato al sicuro altre tre persone, cadute in mare nello specchio d’acqua all’interno delle dighe foranee, i poliziotti si dirigevano all’esterno del’area protetta dove - a circa un chilometro dalla diga sud - era stata segnalata un’altra imbarcazione rovesciata. Fortunatamente l’occupante del piccolo Dinghy, un 50enne di Chioggia, era stato soccorso da uno dei gommoni di appoggio del circolo organizzatore, che a sua volta si trovava in difficoltà per il mare sempre più agitato e il vento teso. Gli agenti, per evitare altre emergenze, caricavano l’uomo sul natante mentre il gommone rientrava a prestare soccorso ad altre barche all’interno delle dighe. Casadei, Arpaia e Scaodalupi cercavano, insieme al proprietario, di recuperare l’imbarcazione, ormai senza controllo ma, nonostante gli sforzi, non riuscivano ad agganciare il Dinghy, frantumatosi sulle barriere di protezione a causa della corrente.Bagnati fradici e ammaccati, i quattro riuscivano a portarsi a terra raggiunti, poco dopo, da un velista bolognese, sbalzato a sua volta in acqua dalla furia del vento.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romgna"