Piallassa, il Comitato smuove le acque

Ma, in qualche maniera, li spingeremo a tener conto della nostra visione del problema”. Il Comitato in difesa della Piallassa Piombone è polemico sull’assenza di esponenti dell’Amministrazione al convegno di ieri mattina, nella gremita sala della circoscrizione di piazza Marinai d’Italia a Marina di Ravenna.Una folta partecipazione di privati cittadini ed esponenti politici si si è vista invece in quella sede per ascoltare il progetto - alternativo a quello dell’Amministrazione - di salvaguardia e recupero della piallassa. Da tempo, infatti, il Comitato ha definito “peggiorativo e pericoloso per il patrimonio ambientale” il piano proposto dalla maggioranza di Palazzo Merlato.“Non siamo contrari allo sviluppo industriale, ma proponiamo un’alternativa all’espansione del porto - riferisce uno dei portavoce dell’associazione e ieri moderatore del dibattito, Sergio Monducci -. Per giungere alla nostra proposta alternativa abbiamo compiuto uno studio storico sulle cartine dal 1300 ad oggi. Dall’epoca dei Da Polenta, infatti, la Piallassa Baiona è rimasta integra, per organizzazione dei canali ed estensione, fino al 1954, quando l’espansione industriale l’ha compromessa”. Quello che rimane, quindi, è giudicato dai cittadini “un patrimonio enorme, da riqualificare e da tutelare. Il governo della città, invece, lo sta mettendo a rischio sin da ora. Alcuni scarichi, infatti, sono irregolari, e ci rivolgeremo alla Guardia di Finanza per un esposto: stiamo già raccogliendo le firme”.I ripascimenti che il Comune vuole effettuare per recuperare la Piallassa, invece, sono giudicati “contrari alle disposizioni della Corte europea di giustizia. In una sentenza, con data 13 gennaio, l’organo Ue ha infatti posto il divieto agli scarichi all’interno delle zone Sic, i siti di importanza comunitaria. C’è poi da fare un discorso a parte - prosegue nell’esposizione della sua tesi Monducci - sugli usi civici di pesca. Devono essere tutelati, dal momento che la Piallassa è soggetta a vincolo ambientale. Siamo intenzionati a discutere le nostre ragioni con l’Amministrazione, e saremmo stati felici di iniziare con qualche passaggio ‘informale’. Ma vista la loro indisponibilità, seguiremo le vie ufficiali. Chiederemo la convocazione della Commissione per le Valli e anche la Circoscrizione chiederà l’inizio di un dibattito in merito.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romanga"