Novità dal Comitato per la difesa del Piombone

Dopo anni di lotte, il Comitato per la difesa del Piombone guidato da Sergio Monducci si è dato uno statuto, ha fatto sua anche la battaglia per la Baiona ed è diventato l’associazione “Comitato difesa pialassa del Piombone e Baiona”. La nascita è stata ufficializzata il 23 settembre, nel corso di una riunione che si è tenuta nella sala della Circoscrizione del mare alla quale hanno partecipato circa 40 persone, che quasi all’unanimità hanno espresso parere favorevole alla costituzione di questo nuovo organismo.
Presidente è stato eletto Sergio Monducci, mentre la carica di vice presidente è andata a Giuseppe Montanari, pescatore che da due decenni si batte per la tutela della pesca e delle pialasse. Il ruolo di segretario sarà ricoperto da Piero Bucchi, mentre Andrea Monducci e Giuseppe Benini, che ha aperto una causa sul riconoscimento degli usi civici di pesca nella Baiona, faranno parte del consiglio.“Di iniziative, finora, ce ne sono state - ha commentato Benini -, ma i risultati non si sono visti. Non siamo mai stati ascoltati, l’assessore all’Ambiente si rifiuta di venire agli incontri. Gli ultimi interventi nella Baiona sono stati un fallimento, 700 mila euro spesi inutilmente. Ora non ci resta che sperare nella prossima amministrazione. Per quanto ci riguarda abbiamo già preso contatti con i candidati sindaci per una serie di confronti”. La speranza, dunque, è quella di avere, come associazione, molto più peso nelle decisioni degli enti locali che non come singoli cittadini “spesso - ha aggiunto Benini - considerati alla stregua di quattro poveri testoni”.
Il punto di partenza della neonata associazione (alla quale hanno aderito anche la Pro loco di Marina di Ravenna, la Casa Matha, il Wwf e Italia Nostra) è il riconoscimento delle pialasse Piombone e Baiona come, secondo quanto si legge nello statuto, “aree di importanza cruciale per la conservazione dell’identità, storica, paesaggistica, naturale, ambientale ed ecologica della città di Ravenna e della sua comunità”.“Noi non siamo contrari all’espansione del porto - ha specificato Monducci -, ma siamo convinti che questa debba avvenire verso l’interno, nelle aree industriali dismesse”.
Il primo, concreto passo che compirà l’associazione sarà la promozione di una causa per il riconoscimento dell’uso civico di pesca nel Piombone. “Gli usi civici - ha proseguito Monducci - sono vincoli inamovibili, ma che vanno rivendicati. Se saranno riconosciuti, vorrà dire che le banchine del porto costruite nella pialassa sono abusive”.
A questo scopo saranno necessari circa 20 mila euro, una cifra che il Comitato conta di racimolare attraverso azioni di autofinanziamento, donazioni e sostegni da parte degli associati.
Ma gli obiettivi dell’associazione sono anche altri, primo fra tutti quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare i giovani, “all’evidente stato di abbandono e degrado ambientale a cui sono soggette le pialasse, che molti abitanti di Ravenna - ha evidenziato con amarezza Benini - non sanno nemmeno cosa sono”. In questa direzione va la mostra fotografica che verrà allestita in ottobre nei locali della Casa Matha, in piazza Andrea Costa.“Nessuno - ha aggiunto Giuseppe Montanari - ha mai alzato un dito per salvaguardare la pesca, che da altre parti è considerata una ricchezza. Avrebbe potuto dare almeno 200 posti di lavoro, senza problemi di inquinamento”.Tra le prime adesioni all’associazione è arrivata anche quella del presidente della Circoscrizione del mare, Pericle Stoppa.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"