Non solo Happy Hour

Christopher Angiolini, da tre anni gestisce il bagno Hana-Bi, organizza concerti, feste in spiaggia e appuntamenti alternati senza problemi di ordine pubblico. “Siamo assolutamente lontani dalle situazioni di caos vissute da realtà poco distanti da noi. Il pubblico dei nostri eventi è soprattutto locale, con un target dai 25 ai 35 anni. Si tratta di giovani interessati alle nostre proposte. Un pubblico mirato e che ci è molto affezionato. Ci consideriamo uno dei bagni danneggiati dalla situazione. Non credo, comunque, che la soluzione sia bocciare il modello di Marina; di per sé offrire proposte in spiaggia non ha nulla di negativo. Il problema è che in alcuni casi si sta assistendo a una degenerazione del modello. Una distorsione che rischia di danneggiare anche chi ha messo in piedi una formula che funziona senza creare problemi”.Più drastica la posizione dai nuovi titolari del bagno Mambo. Massimo Gianola e Francesca Bedei sono alla loro prima stagione. “Non avremmo mai immaginato di incontrare una simile situazione - spiegano -. Domenica scorsa siamo stati costretti, in serata, a chiudere il bagno per evitare seri problemi a noi e alla nostra clientela. Siamo di fronte ad una situazione di completa anarchia: c’è la sensazione di impotenza. I controlli ci sono, ma sono insufficienti in rapporto al numero di giovani che si riversano in spiaggia. Molti sono ubriachi e molesti. Bottiglie di vetro rotte e auto danneggiate nei parcheggi sono i fenomeni più evidenti. Ma oltre a ciò c’è un serio problema di sicurezza. In molti arrivano a Marina con la precisa intenzione di sballarsi. Per lavoro ho conosciuto diverse località straniere, da Ibiza a Mikonos, ma devo dire che sono realtà totalmente diverse in cui ci si diverte senza arrivare agli eccessi di questi giorni sulle nostre spiagge. Siamo al limite, ma per fortuna mi sembra che ci sia una presa di coscienza dell’emergenza in cui ci troviamo. Occorre a questo punto intervenire con decisione. Innanzitutto con maggiori controlli in spiaggia e con misure idonee a frenare il fenomeno. Dobbiamo puntare a un altro tipo di turismo”.Tra chi ha puntato a un’offerta antitetica al modello happy hour, c’è sicuramente il bagno Lucciola. Il titolare Alberto Celli non ha snaturato la vocazione del suo stabilimento: “Contiamo su una clientela affezionata e negli ultimi anni molte famiglie sono migrate nel nostro bagno dove hanno potuto contare su un modello balneare più tranquillo - spiega Celli -. Organizziamo una festa serale alla settimana, ma nulla a che vedere con gli happy hour. Dopo il caos delle prime domeniche di maggio serviva un messaggio forte da parte delle autorità. E’ arrivato ma credo sia difficile poter tornare indietro. Di sicuro ci vogliono più controlli. In questa situazione di anarchia chi vuole approfittarne ha gioco facile. Il rischio è che le famiglie abbandonino in massa Marina”.Improntato ad un’offerta qualitativa è il bagno Mio Capitano. “Perché? Beh, quando dieci anni fa ho rilevato l’attività gli happy hour c’erano già - spiega Davide Minghetti, per gli amici “Cinghio” - per cui è stato naturale cercare di puntare l’attività su un target diverso. C’è chi ama la musica ad alto volume e chi no. Già allora c’era chi scappava. Io ho puntato sul tipo di clientela che predilige la tranquillità”. Sul modello da adottare, ha una sua idea. “Servirebbero due cose. La prima, qualificare l’offerta attraverso una classificazione delle strutture e dei servizi sullo stile degli alberghi, magari con gli ombrelloni anziché le stelle. Questo, a mio modo di vedere, innescherebbe una corsa al miglioramento qualitativo generale. Poi bisognerebbe risolvere la questione della viabilità. Così non è sostenibile. Si potrebbe bloccare il traffico al parcheggio scambiatore, ampliandolo. E poi, perché non istituire un servizio ad hoc? Al contempo si risolverebbero due problemi: il rischio di furti e la sosta selvaggia. Il viale sarebbe libero, la spola dei navetti breve e senza intoppi”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"