L’inceneritore a Marina

Dove l’altra sera si è svolto il consiglio della Circoscrizione del Mare. Due gli argomenti caldi discussi nel corso della serata: la Ztl di Marina e la petizione presentata da RavennaViva contro l’inceneritore proposto da Hera. Nessuna novità sul fronte della Zona a traffico limitato: il presidente della Circoscrizione, Pericle Stoppa, si è limitato a presentare la proposta sperimentale dell’Amministrazione - che partirà il 16 giugno - dopo le polemiche nate in seguito alla “fuga di notizie” al termine dell’incontro dei rappresentanti della maggioranza con gli assessori Elio Gasperoni (Turismo) e Carlo Pezzi (Traffico). Proposta che, comunque, ha lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca: i Ds, che avevano chiesto l’anticipo alle 18 della pedonalizzazione di viale delle Nazioni - fissata invece per le 20,30 -, il Delfino, che avrebbe voluto l’eliminazione della Ztl, e i gruppi di opposizione - An, Forza Italia e Lista per Ravenna - che si sono sentiti estromessi da ogni decisione. C’è, tuttavia, la disponibilità a prendere in considerazione eventuali proposte di modifica dopo i primi weekend di prova. Un percorso più tortuoso, che in alcuni casi è arrivato allo scontro verbale tra i consiglieri e i promotori della raccolta firme, ha caratterizzato, invece, la discussione sulla petizione contro l’inceneritore. Che è terminata con la messa in votazione di due documenti: la petizione vera e propria e uno preparato dalla maggioranza del consiglio in cui si afferma di “non essere né pregiudizialmente contrari né pregiudizialmente favorevoli” al nuovo impianto di incenerimento - il quarto se, a quello attuale di Hera, si sommano anche i due all’interno del polo chimico destinati al trattamento di rifiuti pericolosi -, ma di spingere verso il raggiungimento del 60 per cento di raccolta differenziata. A favore della raccolta di firme si era espressa la Commissione ambiente della Circoscrizione del Mare - unico caso nel giro di consultazioni attraverso i “parlamentini” - e, in sede di consiglio, hanno votato positivamente gli esponenti dell’opposizione e di Rifondazione Comunista. Al momento della votazione del secondo documento, i rappresentanti di An, Forza Italia e Lista per Ravenna hanno abbandonato la sala, rifiutandosi di votare. “Noi pensiamo - ha affermato Andrea Serri, capogruppo di Forza Italia - che una cosa sia da fare quando serve. Nel frattempo si deve potenziare la raccolta differenziata. Questo inceneritore servirebbe solo per far fare utili a Hera. Per questi motivi abbiamo votato a favore della petizione e abbiamo, poi, abbandonato l’aula, quando la maggioranza ha posto in votazione un documento che non esclude la realizzazione di un inceneritore”. Stefania Malerbi, capogruppo di Rifondazione, è stata una dei pochi consiglieri di questo partito, all’interno delle circoscrizioni comunali, a votare a favore della petizione. Decisione frutto di una “profonda convinzione personale e di un’attenta disamina del progetto fatta dal partito dei Rifondatori partendo dalle reali esigenze del territorio”. Con questo consiglio, il comitato RavennaViva ha terminato il giro delle consultazioni. Giorgio Benelli, coordinatore del gruppo, ha espresso “profonda delusione perché in alcuni consigli non siamo stati invitati, mentre in altri non ci è stato dato il permesso di parlare. L’impressione è che si voglia congelare il progetto per due o tre anni, in attesa di tempi migliori”. Una domanda ha attraversato la sala, lunedì sera, ma non ha trovato risposta: “E’ possibile che una società per azioni come Hera faccia un investimento da 40 milioni di euro per non sfruttarlo appieno? E se i ravennati fossero così virtuosi da arrivare a riciclare anche il 60-80 per cento dei rifiuti, come farebbe un impianto di questo genere a non andare in perdita?”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"