Le prime indagini

Il motore si era fermato perchè il fuoribordo era rimasto senza benzina. In quel momento il natante 'Donny' era a circa trecento metri dalla Secomar, alla fonda vicino al terminal dell'Enel per l'assistenza alle operazioni di pompaggio dell'olio combustibile. C'erano tre donne e due uomini, sul 'Donny': il comandante, Giustino Cellini, di Russi, e gli amici Emilio Tapini di 44 anni, Marcella Migliorini di 42, Mariangela Franchini, pure di 42 e Maila Melani, sedicenne, tutti dei dintorni di Firenze. E mentre Tapini riempiva il serbatoio, a motore spento, Cellini stava ai comandi. Nel frattempo la corrente aveva spinto il natante a una cinquantina di metri dalla fiancata della Secomar Uno. Alla riaccensione, però, il motore non si avvia. Cellini fa vari tentativi, finalmente il motore tossisce, ma non romba; così tutti si spostano verso poppa per vedere se qualcosa non funziona. E' questione di attimi, il natante parte, improvvisamente, ormai è a pochi metri dalla Secomar, l'urto è molto violento. Soprattutto è violento il contraccolpo: i cinque vengono sbalzati contro le strutture del semicabinato, va in frantumi una vetrata. Il colpo più forte, fatale, è per Cellini. E' la Capitaneria di Porto che, su delega del pm Gianluca Chiappioni, sta ricostruendo la dinamica della sciagura di lunedì pomeriggio al largo di Marina: sono stati già sentiti alcuni degli occupanti del natante (la sedicenne e Tapini sono stati infatti già dimessi dall'ospedale), un marinaio (Luca Micelli) e il comandante (Antonio Grillo) della Secomar. Micelli ha seguito tutta la scena al binocolo. Delle due donne ancora ricoverate, quella che è ancora in serie condizioni è Marcella Migliorini, che nel frattempo è stata trasferita al Bufalini di Cesena.