La “Regina d’Africa”

Il consiglio comunale ha infatti deciso all'unanimità di continuare a considerare l'area del locale bruciato nel 1991 come "zona pinetata", senza accogliere la richiesta di destinazione commerciale. La differenza è di non poco conto. Nel primo caso i proprietari del rudere possono ripristinare l'edificio, senza apportarvi modifiche e ampliamenti. Nel caso di trasformazione in zona commerciale il progetto poteva assumere altre dimensioni grazie anche, ad esempio, alla demolizione dell'edificio principale e dei capannotti annessi nel tempo per farne un corpo unico. Il consiglio comunale ha quindi accolto le preoccupazioni espresse anche dalla Provincia, chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di variante al piano regolatore. L'amministrazione comunale si impegna a richiedere le valutazioni di incidenza ambientale, per capire quali effetti potrebbe provocare una forte concentrazione di auto legata a certe attività. La pineta, insomma, prima di tutto.
Il consigliere comunale di An, Maurizio Bucci, ha proposto che i gettoni di presenza dei consiglieri vengano destinati per acquistare l'area e svincolarla da problemi di edificazione. Per Grazia Beggio dei Verdi il locale non può diventare altro che «un bar al servizio degli sportivi che frequentano il percorso-natura della pineta».
L'ex Regina d'Africa è di proprietà di Roberto Bruno e Annamaria Squarciapino, soci della AB Normal. Il progetto per la ricostruzione del locale è stato affidato all'architetto Andrea Giometti che si è impegnato a realizzare il locale "con materiali naturali in sintonia con il paesaggio, come il legno".