La Duna e Linus

Il 2004 è stato l’anno di Linus: l’ulteriore crescita di Radio Deejay, l’uscita del primo libro (E qualcosa rimane, di cui si parlerà alla Duna), il debutto da anchorman televisivo. E adesso? “Questo è sicuramente un anno che ricorderò a lungo, perché si è rivelato nella sua prima metà davvero impegnativo ma anche ricchissimo di soddisfazioni, spesso inaspettate. Ad ogni modo l’impegno con Radio Deejay (della quale Linus è direttore da 10 anni, ndr) è sempre rimasto e rimarrà quello principale, attorno al quale ruota tutto il resto”. La Radio, appunto. Sempre meglio, sempre più in alto. A chi spetta il merito principale? “Sicuramente a tutto il cast di Deejay, che sono molto orgoglioso di avere mantenuto nel corso di tutti questi anni. Quando subentrai a Claudio Cecchetto nella direzione della radio, devo dire che la mia più grande paura era quella di vedere il gruppo smembrarsi piano piano, costringendomi a ripartire da capo. Invece non è andata affatto così. Anzi, il cast è aumentato sia a livello quantitativo che qualitativo”.Verissimo, perché avere a disposizione, tra gli altri, Elio e le storie tese, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, il Trio Medusa e l’incredibile voce di Nicola Savino rappresenta un atout eccellente. Ciononostante, come è giusto che sia, è la musica a restare al primo posto sulle frequenze di Deejay. Una musica che da ribelle prima, ed innovativa poi, sta diventando pericolosamente amorfa e monotona. Dove sta andando il gusto musicale?“Sinceramente non me la sento di essere pessimista, anche se ammetto che stiamo vivendo anni musicalmente interlocutori. Si tratta di un periodo di passaggio, forse inevitabile, che si rispecchia nel banale. Musicalmente parlando l’estate 2004, tanto per restare alla stretta attualità, tra dieci anni non la ricorderà più nessuno. E penso che sarà così anche per quelle immediatamente precedenti, anche se quelle sono state attraversate da alcuni tormentoni di successo del tipo di Chihuahua, tanto per fare il primo esempio che mi passa per la testa”.A Marina di Ravenna Linus, freschissimo reduce da un viaggio in Florida con il figlio maggiore, arriverà per parlare del suo primo libro, una specie di divertissement che abbina ad ogni anno della sua vita una canzone di successo. Ci sarà un seguito?“Non di questo tipo, perché ho pur sempre seguito un percorso di vita personale. Utilizzando, è vero, uno spunto che può sembrare didascalico, ma che tuttavia non penso possa avere un secondo episodio. Restando all’editoria, però, confesso che mi piacerebbe molto scrivere un racconto, e mi auguro che l’ispirazione mi venga in soccorso, prima o poi”.Magari nel corso di una maratona, dal momento che Linus è diventato negli ultimi anni un appassionato-doc, facendo lungo le onde-radio numerosi proseliti.“La maratona per quanto mi riguarda rappresenta una sorta di stile di vita, al quale mi sono adeguato con entusiasmo, ma senza forzare nessuno a seguirmi, come si potrebbe pensare. Trovo invece sempre più persone che mi seguono e vengono a correre con me. La cosa non può non farmi piacere, perché lo ritengo un modo eccezionale per fare gruppo”.Linus e la Romagna?“Qualcosa più di un semplice legame, ormai. Ci sono venuto per la prima volta nel 1987 e da allora non salto un’estate, e non solo perché vi ho trovato moglie e perché i miei due figli sono nati a Rimini. Riccione è un po’ il mio punto di riferimento, soprattutto estivo, ma tutta la gente che abita in Romagna suscita in me grande interesse e simpatia per uno spirito, un entusiasmo ed un modo di affrontare la vita senza paragoni nel resto d’Italia”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"