La Coppa America a Marina!?

Gli sport più seguiti in città, del resto, stanno ancora scontando disavventure passate (leggi il crollo-Ferruzzi per la pallavolo e le malefatte della gang-Romano per il calcio) e lamentano, in modo diverso, difficoltà di gestione. Se il Ravenna Calcio è stato rilevato da imprenditori regionali e sta cercando di risalire con impegno dagli inferi del dilettantismo, nel volley la Madel Tassullo è alle prese con un’altra stagione interlocutoria in B1 e la Teodora, impostando una politica inevitabilmente risparmiosa, ha rischiato grosso prima di raggiungere la sospirata salvezza in A1. La Coppa America, insomma, è vista da più parti come un lusso che lo sport a Ravenna non potrebbe assolutamente permettersi, una sorta di “Ravenna Festival” all’ennesima potenza che rischierebbe di prosciugare per anni e anni le risorse che le istituzioni riescono con una certa volontà, ma anche con grande fatica e strappare all’imprenditoria locale. Esemplare, in questo senso, il commento del d.g. giallorosso Oreste Pelliccioni: “Prima di brindare a champagne, per me è sempre meglio assicurarsi una dotazione costante di vino. Per intenderci, non abbiamo nulla contro uno sport molto popolare a Ravenna come la vela, e soprattutto non vogliamo mendicare soldi, ma vista la situazione di calcio, pallavolo e basket che è sotto gli occhi di tutti pensiamo che sarebbe meglio spalmare le risorse economiche esistenti sugli sport che fanno sociale. Sia noi che le società di pallavolo e basket, del resto, avviciniamo i bambini allo sport molto presto e cerchiamo di dare loro, nei limiti del possibile, valori importanti. Ravenna, in sostanza, si conosce ormai bene. Potrebbe anche pensare che fare il passo più lungo della gamba porterebbe dannosi contraccolpi allo sport in generale”. Dal mondo del volley arrivano commenti più o meno su questa linea, e pure il basket ravennate non si discosta dal fronte comune. Per Roberto Lolli, vice presidente dalla Blu Atlantis, la manifestazione potrebbe rappresentare una grande opportunità per Ravenna “a patto - sottolinea Lolli - che l’iniziativa non determini un ulteriore prosciugamento delle scarse risorse esistenti. La manifestazione potrebbe determinare un positivo effetto traino sugli altri sport soprattutto in termini di visibilità. Tutto ciò dovrebbe avvenire, però, assicurando alle società degli sport meno ricchi adeguate garanzie per il proseguimento delle loro attività”. Sulla stessa linea il dirigente responsabile dell’Acmar basket, Giorgio Morigi: “Se gli sponsor che sosterranno l’iniziativa dovessero venire da fuori, sono favorevole - spiega -. Ma se la Coppa America deve significare il prosciugamento delle risorse per le società ravennati non posso starci. Pensate solo che fine farebbero scherma, boxe, ciclismo, judo e tante altre discipline che, per avere un minimo di visibilità, possono contare solo sull’imprenditoria locale”.