Il Trofeo torna Italiano

Sul metallo dorato sarà inciso il nome di Paolo Cian, napoletano che a distanza di dieci anni ha riportato il tricolore sul gradino più alto del podio, in barba al favorito fuoriclasse australiano, al quasi favorito campione inglese e all’outsider svedese, protagonista di una finale che meno annunciata di così non sarebbe potuta essere. Tutti infatti si aspettavano il nuovo successo di James Spithill, talento naturale, già protagonista di due sfide di Coppa America e da sempre tra i primi del mondo nella difficile arte dell’uno contro uno; talmente difficile da concedere ben poche sorprese, centellinate come il vino buono, quello che si tiene da parte per le occasioni speciali. Ecco perché riesce complicato spiegare ciò che è avvenuto a Marina di Ravenna durante il weekend appena trascorso. Tenteremo di farlo calandoci nei panni di Bjorn Hansen, timoniere svedese amico della manifestazione organizzata da Progetto Vela, che al termine di ogni match è solito fare prua verso la tribuna, per andare a raccogliere l’applauso della fidanzata, seduta sul cemento assieme a quelle degli altri membri del suo equipaggio. Ebbene Hansen inizia male, in modo ben più che incerto. La qualificazione al round robin è recuperata per i capelli, a spese dell’idolo di casa Matteo Simoncelli, che dall’undicesima edizione del Trombini si aspettava qualcosa di più. A guardare dall’ottava posizione, Ian Williams, primo con le sue dieci vittorie e una sconfitta, sembra un marziano, così come Spithill, secondo solo per aver perso lo scontro diretto con il suddito di Sua Maestà. Anche Cian pare inarrivabile; è la testa di serie numero quattro e la terza posizione, conquistata dopo undici match, narra di un atleta al massimo della forma fisica. Tra l’altro il timoniere partenopeo ha anticipato Sebastien Col, che del match-race è specialista vero, essendo il settimo della ranking list e stratega di K-Challenge in Coppa America. Ai quarti passano anche Ben Ainslie, Flavio Favini e Sten Mohr, ma di loro Hansen pare non preoccuparsi più di tanto: se tutto va come deve, saranno eliminati quanto prima e sulla strada delle semifinali potrebbe esserci proprio Col. Prima però bisogna vedersela con Williams, avversario tra i meno abbordabili. La pratica viene sbrigata con una certa facilità: il 3-2 finale non deve trarre in inganno, lo svedese domina tutte le manche e potrebbe chiudere con il doppio vantaggio, se solo non dovesse assolvere una penalità inflittagli dagli Umpire. Intanto nelle altre sfide tutto va secondo pronostico, nonostante il vento cominci a latitare: Cian elimina Favini lasciandolo a zero, Spithill fa fuori Mohr con il minimo scarto e Col spegne i sogni di gloria del tre volte medaglia olimpica Ben Ainslie, che si dimostra ancora una volta velista di incredibile spessore. Cominciano le semifinali, nonostante la brezza sia ormai del tutto scomparsa: dopo lunghe ore di attesa, il Comitato di regata dà inizio alle prove. Hansen si dimostra più fresco di Col, conquistando la finale sotto gli occhi di un pubblico che sebbene ignori l’esatto rapporto dei valori in acqua, capisce che l’impresa dello svedese è quasi epica dall’eccitato commento del preciso cronista. Nel frattempo Cian, da sempre a suo agio nelle condizioni di vento leggero, se la gioca con Spithill ad armi pari: è davanti 1-0, regala all’avversario l’1-1, lasciandolo andare sulla destra del percorso senza marcarlo, per poi fare sua la finale, grazie al successo nel match che conta. Il Comitato di regata non è contento di dover assegnare i premi in base alla classifica del round robin, tanto che si mette alla ricerca di qualche refolo isolato. Non appena lo trova fa buttare le boe a dà il via alla procedura di partenza delle finali, sia quella di consolazione che quella destinata ad assegnare la gloria perpetua ad uno dei concorrenti. Si correrà in regata secca; mentre Spithill fa sua la terza piazza, Cian incrementa il vantaggio conquistato in partenza su Hansen, che si arrende ben presto, chiudendo con un ritardo notevole negli stessi attimi in cui i vincitori stappano una bottiglia di champagne. Sin dal via si capisce che Cian non vuole lasciare nulla all’avversario: nemmeno venti minuti ed è gioia tricolore.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"