Il “problema” Hotel

L'assessore al turismo Elio Gasperoni entra nel dibattito aperto da un dato in apparenza paradossale: crescono arrivi e presenze in tutto il Comune di Ravenna ma cala il numero degli alberghi. «Le chiusure — spiega Gasperoni — sono circoscritte a Marina di Ravenna, perché nel centro storico le cose stanno andando molto bene e tengono anche le località del litorale con una tradizione turistica più consolidata nel tempo, come Lido Adriano e Lido di Savio».
Gasperoni mostra con orgoglio i dati complessivi sugli arrivi nel periodo gennaio-novembre 2001 (+4,15 per cento), e sulle presenze (+3,81). Le cose sono andate molto meglio nel centro storico (+10,2 per cento di presenze) rispetto alla zona mare (+2,9 per cento). «Siamo ai massimi degli ultimi vent'anni e abbiamo persino superato il problema della stagionalità. Il turismo si conferma una risorsa economica importantissima». Anche le cifre, però, segnalano un fenomeno preoccupante: nella zona mare non solo gli alberghi non aumentano, ma sono addirittura diminuiti, passando da 98 a 96 nel periodo gennaio-novembre 2001. In tutto sono venute a mancare 46 camere che, con la recente chiusura dell''Adriatica', diventeranno una settantina. Stazionaria la situazione del centro storico, dove il numero degli alberghi è rimasto invariato negli ultimi due anni: 24.
L'assessore Gasperoni non ha dubbi: «Per Marina di Ravenna non c'è futuro turistico se si investe solo sul residenziale. Servono più alberghi e meno appartamenti, anche per una maggiore tutela ambientale».
Il problema però è un altro: come creare le condizioni per un'inversione di tendenza invocata da tutti? «Le leggi sul cambio della destinazione d'uso — replica Gasperoni — offrono garanzie sufficienti. Per traformare automaticamente le pensioni a una o due stelle in appartamenti, servono tre anni di bilanci in rosso. E noi vigileremo perchè le norme vengano rispettate». «Con il 'Concorso di idee' — insiste Gasperoni — cercheremo anche di individuare delle aree in cui far nascere nuovi hotel a quattro o cinque stelle». C'è poi il discorso delle residenze turistiche alberghiere: «Per noi sono albeghi a tutti gli effetti — conclude Gasperoni — e chi compra delle quote frazionate deve sapere che non acquista un appartamento privato ma parte di un hotel».