Il ministero fuori da Marinara

Per la quinta volta negli ultimi due anni e mezzo cambiano le mani sul timone di Marinara. L’assemblea dei soci di Seaser, società titolare della concessione demaniale rilasciata dall’Autorità portuale per la realizzazione del porto turistico e quindi in buona sostanza il governo della cittadella a Marina di Ravenna, ha revocato il consiglio di amministrazione (cinque membri) in carica da dicembre scorso.

Nella stessa riunione del 7 maggio è stato nominato un nuovo cda composto da tre consiglieri: due sono cavalli di ritorno del cda appena revocato (Davide Sinigaglia e Pietro Turri) mentre l’unica novità è rappresentata da Gianfranco Malaisi, oggi amministratore delegato del porticciolo di Cattolica. Nel nuovo board a Malaisi andranno i gradi di presidente.

Fuori dalla stanza dei bottoni resta quindi Italia Navigando, società pubblica controllata indirettamente dal ministero dell’Economia e a capo dell’associazione temporanea di imprese (Ati) che incassando daSeaser circa un milione di euro nel 2012 ha avuto le chiavi del porto per la gestione. Italia Navigando esprimeva i tre consiglieri che non faranno parte del nuovo cda.

Ernesto Abaterusso, pugliese ex deputato Ds e dalemiano doc, è presidente di Italia Navigando e rivestiva lo stesso ruolo anche nel board di Seaser appena spazzato via: «È una decisione presa dal socio di maggioranza (la coop agricola ferrareseSorgeva, ndr) andando incontro al diktat dell’Autorità portualeche ha preteso il nostro allontanamento tra le condizioni per non far decadere la concessione demaniale. Personalmente io non mi aspettavo nemmeno l’avvio della procedura per la revoca. Resta comunque valido l’accordo che abbiamo per l’acquisto del controllo di Seaser (rilevando le quote di Sorgeva, ndr)».

È poi lo stesso Abaterusso a spiegare che dall’inizio del 2013 l’Ati non ha più la gestione: «Da quando sono diventato presidente di Seaser è la società Marine Italia ad avere in mano le cose». Marine Italia (già all’interno dell’Ati) è controllata al 50 percento dalla società della famiglia ferrarese Sandri: il padre è Alfredo, ex onorevole Ds, ex assessore regionale al Turismo. Ap però smentisce di aver avuto comunicazione riguardo al subentro di Marine Italia.

Inoltre nel ruolo di tagliatore di teste Galliano Di Marco, presidente di Ap, non ci vuole proprio stare: «Non c’è nessuna rivalità con Abaterusso, a me interessa solo il bene di Marinara. E l’Autorità portuale ha chiesto a Sorgeva un segnale di discontinuità rispetto alla gestione degli ultimi tempi. Il cambio del cda va in questa direzione ma non era l’unica situazione da risolvere per soddisfare i requisiti che consentano di conservare la concessione». La procedura scadrà il prossimo 12 giugno e sarà possibile un mese di proroga: insomma dal 12 luglio se Seaser non avrà provveduto a sanare le presunte inadempienze di cui Ap la ritiene responsabile, addio concessione e tutta Marinara potrebbe tornare nelle mani di via Antico Squero, in quanto edificata su terreno demaniale, pronta alla ricerca di un nuovo concessionario.

Oggi l’87,5 percento delle azioni di Seaser è in mano a Sorgeva (2,5 alla coop Aristea, 10 all’imprenditore privato Luigi Vitali). Presidente della coop estense è lo stesso Sinigaglia nel cda della concessionaria. «No comment», sono le uniche parole che riusciamo a ottenere al telefono chiedendo un commento alle decisioni maturate nell’assemblea dei soci (assente Vitali).

A questo punto pare davvero che la prossima mossa spetti alle banche Unicredit e Intesa che hanno in pegno tutte le azioni di Seaser e di fatto ne sono quindi le reali proprietarie. A loro da tempo Di Marco chiede di uscire da dietro le quinte per intervenire: «Si sono fatte avanti dicendo che ci sarebbero investitori internazionali potenzialmente interessati. Allora facciano valere il proprio ruolo e io, come già detto, sono pronto a sedermi a un tavolo per pianificare le cose. Ma solo se c’è un investitore con capacità e risorse».

Aerticolo pubblicato in RavennaeDintorni