Fermate le invasioni barbariche

Nonostante la pioggia e il termometro attorno ai 10°, il weekend del primo maggio ha dato il via alle feste in spiaggia e agli happy hour. Contemporaneamente, la birra e la musica hanno riproposto i vecchi disagi per i residenti di Marina di Ravenna in generale e Rivaverde in particolare, che hanno presentato un esposto per protestare contro quelle che sono state definite “le invasioni barbariche”.Parcheggio selvaggio, lampioni e cartelli divelti, bottiglie e cartacce ovunque, aiuole “arate”, cortili e siepi trasformate in vespasiani. E passi se sul pratino all’inglese una volta tocca pulire i residui di “Fufi”; ma quando in cortile ci si ritrova ad avere a che fare con bipedi glabri (e alticci) che scambiano la proprietà altrui per una toilette, beh, un minimo di risentimento non si può certo biasimare.La maleducazione non è un prodotto di stagione, ma un modus vivendi divenuto purtroppo routine da queste parti. “Non ne possiamo già più e siamo solo all’inizio”, si sfoga una delle residenti firmatarie dell’esposto presentato a ogni ente competente, dalle istituzioni ai partiti, dalla Pro loco alle associazioni di categoria e ambientali. A chiunque, insomma, abbia voce in capitolo per limitare in qualche modo il malcostume legato al mordi e fuggi per gli happy hour, ore felici per i turisti del weekend, ore drammatiche per chi vorrebbe starsene tranquillo nella seconda casa. “Sfido chiunque a trasferirsi qui per provare cosa significa ritrovarsi segregati”, riprende.Rivaverde è costituito da un gruppetto di case riunite attorno a un cul de sac. Villette eleganti in mezzo alla pineta. Ma con un unico sbocco su viale delle Nazioni. “Nei fine settimana non si riesce ad uscire e nemmeno ad entrare - insiste la firmataria interpellata -. Ho invitato tante volte l’ex sindaco a vedere di persona cosa succede, ma non ha mai accolto il mio invito”.Provati da anni di difficile convivenza con ubriachi e disagi, i cittadini della zona, dopo il primo happy hour, sono insorti. Si sono riuniti ed hanno messo per iscritto la loro amarezza. “Nonostante i tentativi apprezzabili di tendere la mano da parte di alcuni stabilimenti balneari attraverso dichiarazioni di ‘legittime richieste’ e ‘valori condivisi’ - si legge nell’esposto - vorremmo far presente ai gestori dei bagni in questione chi paga tutti questi danni e chi guadagna da un turismo ‘mordi e fuggi’ che quando fugge lascia sul terreno bottiglie rotte, vomito ed escrementi ovunque. Che tipo di turismo è questo?”.A Marina convivono due anime. Una più soft, attenta alla qualità e che punta alla clientela tranquilla e danarosa. Un’altra più scatenata, affamata di emozioni forti e, a volte, border line offerte dalla movida “low cost” sul lungomare.Due realtà contrapposte, che si sfiorano ma non si incontrano. “Stante la situazione che si è venuta a creare, e siamo solo a inizio maggio, ci chiediamo cosa facciano le autorità e le istituzioni. Non potranno essere i cittadini a mettere ordine”.Al centro del dibattito lo “stato di degrado permanente della zona, con marciapiedi inesistenti, aiuole spianate dalle auto e dalle moto, fogne sprofondate che non tirano più nonostante i lavori di rifacimento dovessero iniziare cinque anni fa”. E ancora “il pericolo per la pineta con i tentativi speculativi di costruire o allargare i passaggi”, la circolazione “impossibile con le auto in doppia fila a bloccare tutto, compresi i mezzi di emergenza”, l’inquinamento visivo (cartacce, bottiglie, escrementi) e acustico (musica a tutto volume), lo spaccio.Disagi limitati temporamente (normalmente, la zona è di una tranquillità assoluta), ma che si avvertono.Per limitarli, i residenti della zona hanno chiesto incontri urgenti e suggerito provvedimenti. Alcuni drastici, quali il blocco del traffico nei weekend e nelle giornate degli happy o, in alternativa, il divieto di organizzare feste il venerdì, il sabato e la domenica. Altri più fattibili, come aumentare la presenza di forze dell’ordine e dei controlli, procedere alla rimozione forzata delle auto e delle moto in sosta senza autorizzazione e vietare l’accesso ai camper su viale delle Nazioni. Come spesso accade, ovviamente, gli interessi dei cittadini confliggono con quelli degli imprenditori che hanno investito sulla beach economy. Ognuno, in fondo, ha proprie e valide ragioni da opporre. Quel che è certo è che, comunque andrà, quella alle porte, per i residenti di Marina, si preannuncia come un’altra lunga estate calda.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"