Critiche sul piano di ricostruzione

La consigliera regionale dell' Udc, Cristina Marri, giudica un «fallimento» il progetto che ha compiuto un ripascimento delle spiagge romagnole con sabbie prelevate a circa 50 chilometri al largo dalla costa e depositate a riva per aumentare la larghezza delle coste erose dalle mareggiate. Un progetto curato dall'Arpa, precisa Marri, costato 11 milioni e mezzo di euro e che ha interessato nove tratti di spiaggia tra i quali i lidi ravennati, Cervia, Riccione, Misano, Bellaria, Cesenatico. Ma la prima forte mareggiata ha praticamente vanificato gli effetti di rimodellamento che la nuova sabbia aveva operato sulle coste e la stessa Arpa, riferisce Marri, «ha dovuto ammettere che la sabbia è stata tutta mangiata dal mare e che ora occorre ricominciare da capo». «Perchè allora — chiede la consigliera — non si rinuncia a questo progetto, evidentemente inadeguato, e si adotta la stategia delle dighe soffolte, le barriere artificiali sommerse realizzate con successo in alcuni tratti della spiaggia di Punta Marina, che molti addetti ai lavori, tra cui le più importanti associazioni dei bagnini, indicano come la più efficace?».