Con sedie speciali nella spiaggia

Una strada che è ancora lunga ma che comincia da qui: con lo sforzo intrapreso dagli assessorati comunali alle Pari opportunità e ai Lavori pubblici e dalle cooperative bagnini, che hanno abbracciato con slancio l’impegno comune. L’adeguamento strutturale degli ingressi degli stabilimenti balneari - avviato a titolo sperimentale, quest’anno, a Marina di Ravenna e Punta Marina - è stato ultimato prima dell’inizio della stagione. Consiste nella realizzazione di due aree di sosta riservate ai disabili (una sola dove le condizioni non permettono di più) ai lati dell’imboccatura di ogni stradello e di uno “scivolo” per agevolare l’entrata delle sedie a rotelle. Si dovrà attendere invece almeno fino a metà giugno per le carrozzine da spiaggia. Ne sono state ordinate 50, che si potranno trovare dai bagnini di salvataggio, facilmente individuabili dalle torrette installate ogni 250 metri, quattro-cinque bagni all’incirca. Sarà cura dei “marinai” - grazie all’accordo stretto con le cooperative bagnini - portarle alle postazioni al mattino e riporle la sera, porgendole ai disabili che la richiedono o ai loro accompagnatori alla fine della passerella percorribile. La “sedia Job”, prodotta dalla ditta specializzata Neatech, si muove agevolmente anche sul fondo sabbioso e può essere portata in mare, dove può essere utilizzata come una sorta di sdraio galleggiante, per permettere ai “diversamente abili” di fare il bagno come tutti gli altri. Oltre che un gesto di civiltà, l’attrezzatura della spiaggia a favore dei portatori di handicap ha anche una valenza turistica: “Sarà un servizio innovativo, anche rispetto agli altri lidi”, conferma Riccardo Santoni, direttore della Cooperativa stabilimento balneari. “La sollecitazione sulla difficoltà di accesso al mare per i disabili, a partire dall’impossibilità di trovare parcheggio, ci è giunta dalle stesse associazioni di volontariato del settore - ha spiegato l’assessore alle Pari opportunità Lisa Dradi, intervenendo ieri al convegno Mare per tutti, mare senza barriere, nell’ambito della manifestazione Naviga in Darsena -. Quello che abbiamo fatto è solo il primo passo di un percorso. Ma parallelamente dovremo lavorare alla crescita di una cultura di rispetto per tutti i cittadini”. La Dradi ha messo in luce come il problema sia molto più diffuso di quanto normalmente si pensi: “La difficoltà a muoversi in spiaggia non è solo dei disabili, ma riguarda anche gli anziani e tutti coloro che hanno impedimenti anche temporanei, come gesso e stampelle”. Ma le famiglie dei disabili chiedono anche altro, come ha fatto notare Paola Raiteri, presidente del Comitato unitario associazioni per l’handicap. Ad esempio che le passerelle nei bagni arrivino fino al mare, consentendo ai diversamente abili di spostarsi, anche da soli, fino in riva. Risponde a distanza Mauro Sansavini, presidente regionale della Fiba: “Già qualche anno fa avevamo cercato una soluzione a questo problema, ma la cosa non è fattibile: i 15-20 metri dall’ultima fila di ombrelloni alla battigia sono destinati al libero transito dei bagnanti e al passaggio dei mezzi di pulizia della spiaggia, che hanno bisogno di quello spazio. Per questo abbiamo optato, piuttosto, per l’acquisto delle sedie speciali.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"