Canoni demanialli: ancora polemiche

Torna l’incubo per gli operatori, dopo che la commissione Bilancio del Senato ha respinto l’emendamento che spostava al 31 ottobre la discussione sul rincaro del 250 per cento a carico degli operatori balneari. Tra le voci di dissenso in città, il sindaco Vidmer Mercatali, che esprime forti preoccupazioni per la sorte dei nove lidi ravennati, alle prese con una stagione balneare non facile, segnata dal fenomeno dell’erosione e minacciata dallo sprettro delle mucillagini. Mercatali conclude annunciando l’appoggio a tutte le iniziative che la Regione vorrà adottare per mitigare l’impatto sui bagnini. “Sulla vicenda non ero tranquillo - spiega l’assessore regionale al Turismo Guido Pasi - la conversione in legge del decreto mi era parsa una strada poco praticabile. Ora c’è tempo fino al 27 luglio per formulare una nuova proposta, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Aspettiamo e vediamo se ci sono margini per una soluzione. Viviamo un momento di marasma istituzionale a causa dei conflitti nati all’interno della maggioranza. Le Regioni non sono state consultate e all’unanimità hanno respinto il provvedimento. Dopo il ricorso presentato mesi fa, siamo in attesa della sentenza della Corte costituzionale. Ho convocato per la prossima settimana una riunione con le associazioni dei bagnini per valutare l’opportunità di un decreto che vanifichi gli effetti nefasti degli aumenti. Nel caso, i tempi della Regione saranno brevi”. Sul tavolo rimane la proposta avanzata dall’Emilia Romagna di applicare aumenti diversificati, separando nel conteggio le aree coperte, dalla rendita stagionale alta, dalle zone scoperte, con agevolazioni che frenerebbero gli aumenti alla soglia del 20-30 per cento. “Le promesse fatte non sono state mantenute - avverte Mauro Sansavini, presidente regionale della Fiba-Confesercenti. Noi continueremo a batterci finché non sarà tutto nero su bianco. La Regione è dalla nostra parte, l’aumento indiscriminato non può non avere effetti negativi sull’indotto turistico. Ora tutto può succedere. Dal 30 giugno scatta l’aumento indiscriminato. Noi avevamo proposto di raggiungere la quota richiesta dal Governo di 140 milioni di euro rimodellando le contribuzioni in maniera omogenea e democratica. Ma la proposta è stata ignorata. Tutto ciò arriva a metà di una stagione non positiva. Ora cercheremo di capire cosa è successo e poi non escludiamo forme di lotta”.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"