Cambi di gestione e sindacati bagnini

“E’ ancora presto per avere il polso della situazione esatto - precisa Riccardo Santoni, direttore della Cooperativa stabilimenti balneari aderente alla Confesercenti -, ma la tendenza è quella di una continuità con il modello 2003, che era piaciuto”. Non sembra esserci, quindi, alcuna rivoluzione all’orizzonte, nonostante i numerosi cambi di gestione. A Marina di Ravenna passano di mano ben 5 stabilimenti, tra cui il Boca Chica - uno dei più recenti - e il Rondine, uno degli ultimi baluardi a conduzione familiare senza happy hour.
Non è da meno Punta Marina, dove sembra ormai certo che cambieranno gestione bagni “storici” come l’Otello, il Silvano e il Daikiri.“Ogni lido - spiega Santoni - tende a mantenere le proprie prerogative. E questo è un bene, perchè finalmente si è arrivati ad un equilibrio che sembra soddisfare un po’ tutti i gusti dei turisti. La sensazione, insomma, è quella di avere trovato un modello apprezzato”.
C’è, comunque, il timore che un turismo legato soprattutto alle mode, come quello di Marina di Ravenna, sia un fuoco fatuo che può scomparire da un momento all’altro lasciando a tutti l’amaro in bocca. “Sono ormai diversi anni che Marina fa registrare dati positivi - risponde Santoni -. E’ certo, però, che bisogna tenere d’occhio le evoluzioni del mercato per offrire delle risposte adeguate”.
Intanto, è ancora aperto il Tavolo governativo in cui si confrontano i ministeri dell’economia e delle infrastrutture con le organizzazioni sindacali dei bagnini, per risolvere la questione dell’aumento di quattro volte del canone demaniale previsto dalla Finanziaria. La data ultima, entro la quale dovrà uscire un decreto, è il 30 giugno. “Al momento attuale - spiega Santoni - stiamo lavorando per definire una proposta unitaria a livello nazionale da presentare al Tavolo”.