Agressione con coltello all’Hemingway

Si è svolto ieri mattina il processo per direttissima nei confronti di Antonio Cannuto, il 33enne residente a Bagnacavallo che sabato sera si è reso protagonista di una duplice aggressione a colpi di coltello all’interno dell’Hemingway di Marina di Ravenna.Il motivo? Semplicemente perché qualcuno si era avvicinato alla sua ragazza per scambiare qualche parola. “L’imputato - ha motivato il giudice Piero Messini - anche se in stato di ubriachezza ha tenuto una condotta assolutamente ingiustificata, gratuita e pericolosa che avrebbe potuto provocare danni ben più gravi di quelli verificatisi”. Soprattutto se si tiene conto del fatto che le persone offese non lo avevano in alcun modo provocato. La sua pericolosità - Cannuto, uno abituato ad attaccar briga e avvezzo alle risse - è testimoniata anche dal fatto che il 3 giugno scorso gli era stata notificata la prima misura preventiva di sicurezza, “l’avviso orale del questore”. In sostanza: un invito a cambiare stile di vita.Invito che non è bastato. Sabato sera Cannuto si presenta all’Hemingway armato di coltello che però, per evitare possibili guai all’entrata, pensa bene di consegnare alla fidanzata. E quel coltello a serramanico trova comunque il modo di usarlo, anche se per un motivo banale. Sono da poco passate le due, mentre è al bar nota un ragazzo scambiare qualche parola con la sua fidanzata, prima di allontanarsi. Ottenebrato dall’alcol, l’uomo si reimpossessa del coltello e costringe la giovane donna a perlustrare il locale insieme a lui, alla caccia di quel ragazzo. Ovviamente lei non glielo indica, nonostante l’abbia già incrociato diverse volte (confermerà poi che i litigi e le scenate di gelosia erano all’ordine del giorno; Cannuto è noto per aver creato problemi nei locali in più occasioni). Pochi istanti prima, proprio per cercare di evitare problemi, la ragazza aveva invitato quel semplice conoscente ad allontanarsi, prima che il fidanzato li potesse vedere.Ma ormai è tardi: all’interno del locale si aggira un energumeno inferocito che strattona chiunque possa intralciargli il cammino. Il primo a farne le spese è un ragazzo di Reggio Emilia, al quale si è sfilata una ciabatta. Nel tentativo di recuperarla, gli si avvicina “troppo” e viene colpito alla pancia. Poi è il turno di un buttafuori che cerca di bloccarlo ma rimane ferito a una mano.Il caso però vuole che all’interno del locale ci sia anche il comandante della stazione dei carabinieri di Marina di Ravenna, Antonio Miserendino. E’ in compagnia della moglie, per trascorrere una serata di relax.Quando vede che tutti corrono verso il centro della pista, capisce che sta succedendo qualcosa di grave e decide di intervenire, subito seguito da altri militari in borghese che si trovano nel locale. Dapprima fanno allontanare le persone, poi isolano l’aggressore e lo immobilizzano. Nel frattempo sopraggiungono le pattuglie dei carabinieri e Cannuto (che ha diversi precedenti di polizia e uno giudiziario per guida in stato di ebbrezza) viene arrestato con l’accusa di lesioni personali gravi. “Non è in grado di controllarsi e di frenare i propri istinti violenti”, ha spiegato il giudice al termine del processo. Pertanto, per garantire le esigenze di sicurezza, si impone l’adozione della misura di massimo grado richiesta dal pm Gianluca Chiapponi: la custodia cautelare in carcere. “Non ricordo niente, ero ubriaco”, si è difeso l’imputato. Ma questo non giustifica l’accaduto.
Articolo pubblicato nel "Corriere Romagna"