Descrizione turistica

A breve distanza da Ravenna si snoda un litorale di circa 40KM con stazioni balneari  perfettamente attrezzate e fiancheggiate da pinete cantate da Byron e da Dante.
Da nord a sud si incontrano: Casal Borsetti , Marina Romea , Porto Corsini , MARINA DI RAVENNA ,Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe, Lido di Savio, Milano Marittima, Cervia e Pinarella.
Lungo questo magnifico litorale non sono rari i paesaggi suggestivi e romantici , sono numerosi gli alberghi e le pensioni con ottime attrezzature , camping , e villaggi turistici, ristoranti e trattorie, ove i buon gustai possono trovare rinomate specialità gastronomiche basate sul pesce e sulla cucina tipica romagnola, generosa anche di vini locali come il Trebbiano, l’Albana e il Sangiovese.
Caratteristica di queste spiagge è la semplicità, la quiete, il dolce arenile preferito dai bambini, che invita passeggiate suggestive, agli sports ed agli svaghi preferiti. Il soggiorno può essere reso più vario dagli sports velici, da escursioni in mare e dal Delta del Po.
Ravenna offre ai turisti, specialmente d’estate, manifestazioni di lirica, balletto e teatro oltre alle mete culturali dei suoi magnifici mosaici e monumenti. Venezia, San Marino, il Montefeltro sono altre mete di escursioni , che si possono concludere nella stessa giornata. Queste zone della romagna, con le sue spiagge e il suo entroterra, meritano sicuramente di essere visitate , MARINA DI RAVENNA , si offre come centro di queste mete tradizionali e moderne.

STRADE PANORAMICHE:
La strada comunale che collega Punta Marina a Marina di Ravenna ;
La strada comunale che collega Porto Corsini a Casal Borsetti ;
La SS. 67, tra la pineta litoranea e la Pialassa Piomboni in direzione di Marina di Ravenna ;
La Via delle Valli, strada provinciale n. 112 tra la Pialassa Baiona e il fiume Lamone ;
Strada Romea nord, SS. 309, tracciata sull’antica Via Corriera nel tratto tra lo scolo Rivalone e il Fossatone.

L’ampliamento e lo scavo del canale di accesso al porto, la creazione di nuove darsene a San Vitale, la costruzione delle due dighe foraniali.

Breve Storia di Marina di Ravenna

E’ possibile individuare una data precisa per segnare l’inizio della storia di queste località: il 1737 quando, seguito delle continue inondazioni subite dalla città, fu deciso di cambiare il corso del Ronco e del Montone in maniera tale che le loro acque s’immettessero nel canale Panfilio. Il Porto Candiano sorgeva in prossimità dello sbocco del canale in mare ma si presentò l’esigenza di dotare la città di un nuovo porto.

Uno dei principali promotori di questo progetto fu il legato pontificio Giulio Alberini, che a nome del papa Clemente XII, fiorentino di nascita con il nome di Lorenzo Corsini, diede inizio ai lavori di realizzazione.
Il luogo che venne ritenuto più adatto era l’insenatura della Baiona, a nord della città di Ravenna, dove già esisteva un approdo per i pescatori di limitata entità e dove sfociava il canale di scolo Fossina.
Nella zona in questione, in prossimità di dove oggi si trova il Capanno Garibaldi, aveva sede un mercato del pesce fiorente, anche per il sostegno e il favore che i monaci di San Vitale gli garantivano essendo i proprietari di quelle terra.

I problemi per la realizzazione del progetto di Porto Corsini, in onore del papa Clemente XII, sono molti, primo fra tutti l’azione incessante del mare che finisce per interrare l’insenatura della Baiona. Bisogna arrivare al 1764 per registrare la costruzione di uno degli edifici storici: il Casone della Sanità, noto successivamente come Fabbrica Vecchia ad opera del comune e al 1881 per quella del Marchesato voluto dai Marchesi Cavalli, titolari e gestori delle prerogative del porto.

Nonostante però tutta la volontà e gli sforzi impiegati il nuovo porto non riesce ad assomigliare al progetto iniziale, stenta e fatica nel suo sviluppo rimanendo quasi esclusivamente sede del mercato del pesce, certamente tra i più fiorenti della costa, ma quasi unica attività lavorativa di rilievo.

Proprio per la presenza costante di pescatori provenienti da Chioggia, Venezia e Rimini, sul territorio hanno motivo d’esserci due osterie in perenne concorrenza fra loro: quella della fabbrica Vecchia, gestita dalla comunità e quella del Marchesato, della famiglia Cavalli, che però verranno a perdere tutti i loro diritti sul porto a causa dell’ondata riformatrice napoleonica.

Nuova fase nell’attività di porto Corsini è determinata dal reinsediamento dello Stato Pontificio nelle Romagne. Dopo l’emanazione di un nuovo codice di regolamentazione della pesca e del mercato ittico ad essa collegato, il legato pontificio Agostino Rivarola, ben comprendendo il valore di queste attività, ordina l’avvio dei lavori per garantire un collegamento stradale tra la città e la sede del mercato, proprio lungo il canale. Siamo nel 1824. Agostino Rivarola, considerando la necessità di garantire una presenza costante di operatori nel settore della pesca, riesce ad ottenere di far edificare, a spese dello Stato pontificio, di venti unità abitative da poter offrire gratuitamente ai pescatori che si fossero stabiliti nella località. Lo scopo era quello di poter incrementare la pesca locale e sfavorire l’importazione di pesce dal vicino Lombardo-Veneto.
In realtà da venti ne furono costruite solo otto le cosiddette “Case Lunghe”, ma comunque questo fu il primo nucleo che nel 1838 prese il nome di Borgata di Porto Corsini. L’ufficiale costituzione avverrà nel 1845 quando fu incaricato il primo “cappellano stabile” e la nel 1857 con della costruzione della chiesetta.

Nel 1863, con l’unità d’Italia, fu costruito il faro, dove s’insedierà anche la Capitaneria di Porto, fino a quel momento di stanza nella Fabbrica Vecchia, ormai troppo distante dall’imboccatura del porto. L’attività economica, la vita cominciò a ruotare lontano dalla Fabbrica Vecchia e dal Marchesato che da allora divenne semplici alloggi per famiglie di pescatori e braccianti, intenzionati a lavorare nella zona.

La Società Balnearia vede la luce nel 1871 e nell’anno successivo si renderà promotrice della realizzazione del primo stabilimento balneare. E’ l’inizio, il preludio di quello che in seguito si trasformerà in una delle mete del turismo sulla costiera romagnola. Era stato creato anche un servizio di collegamento con la città per mezzo di battane, trainate da cavalli lungo il canale, e in epoca successiva su vaporetti.

Agli inizi del secolo, comunque, il nucleo abitativo è di entità modesta. Nel 1905 la pineta diventa demaniale grazie alla Legge Rava e nel 1909 viene approvato il primo piano regolatore per organizzare la crescita del paese. IL servizio di collegamento tra le due sponde del canale viene istituito solo nel 1911.

Durante la guerra del 1915-’18 Porto Corsini è la sede di una nutrita guarnigione e base di idrovolanti, subirà inoltre l’attacco di un cacciatorpediniere austriaco e di altre unità minori che ingaggiando un combattimento con le forze italiane provocherà non pochi danni agli edifici e strutture civili.

Il podestà di Ravenna, Celso Calvetti, avvierà un riassetto urbanistico, nel periodo fra le due guerre, che garantirà un volto rinnovato, più moderno alla località, tanto da ispirare al poeta montale i versi della poesia “Dora Markus” a cui è intitolata la piazza principale di Marina di Ravenna. Nel 1930 il nuovo volto del centro marino si esprimerà simbolicamente anche nel cambio di nome: da Porto Corsini, identificato solo sulla zona a sinistra del canale, a Marina di Ravenna che identificherà gli insediamenti sulla riva destra. E’ l’inizio di un periodo di grande sviluppo che preparerà Marina di Ravenna a diventare quella che noi oggi conosciamo.
Il comune entra direttamente nella gestione del mercato del pesce, divenuto uno dei principali a livello nazionale.
Vengono costruiti il Gran Hotel pineta e la Colonia Marina, capace di accogliere più di seicento bambini, uno stabilimento balneare in muratura, una struttura organizzata e funzionale per il mercato del pesce. Importantissima e determinante l’opera realizzata per garantire l’ approvvigionamento idrico alla cittadina.
Durante la Seconda Guerra mondiale, Marina subirà pesanti conseguenze in fatto di rovine e devastazioni a causa degli eventi bellici.

Negli anni ’50 la ripresa è considerevole la propensione all’attività imprenditoriale per incrementare il turismo ridaranno vita alla località: vengono costruiti alberghi e pensioni migliorando la capacità ricettiva.
Il trend positivo, che durerà fin oltre gli anni sessanta, riguarderà anche lo storico mercato del pesce e l’attività ittica.

Gli anni Sessanta segnano una svolta storica nella vita di Marina di Ravenna quando nuove tecnologie e l’incremento delle attività portuali ed industriali legato a nuove fonti energetiche, offriranno opportunità di lavoro e sviluppo. E’ infatti di questi anni la scoperta dei giacimenti di metano nel mare antistante la località che l’Agip sfrutterà permettendo a Marina di diventare una delle prime nell’industria off shore. I giacimenti individuati nel sottosuolo garantiranno, la materia prima per diversi composti chimici: nasce l’impianto petrolchimico dell’Anic.

La spinta innovativa di questi anni investe anche il porto: la Sapir , società che si occupa della gestione, lo vuole promuovere ai traffici commerciali ed internazionali. Si inizieranno grandi opere per l’ampliamento e lo scavo del canale di accesso al porto, la creazione di nuove darsene a San Vitale, la costruzione delle due dighe foraniali.

Se da un lato l’altro incremento industriale e portuale significano sviluppo economico, dall’altro determinano il decadimento sempre più rapido delle attività legate alla pesca.

Negli anni settanta si registrano notevoli cambiamenti anche nel settore turistico: molto alberghi e pensioni si trasformano in unità abitative.

Marina di Ravenna, oggi, ha ritrovato un grande impulso nel settore turistico grazie all’ambiente naturale tutelato e protetto in cui è immersa, alla bella spiaggia, alla gastronomia locale, alle opportunità di divertimento che offre.

Per ulteriori approfondimenti
si rimanda alla lettura di un ottimo libro:
Porto Corsini Marina di Ravenna.
Una storia di Pericle Stoppa
Ed. Capit, Ravenna 1998, pp.320